La prima parola che mi veniva in mente, mentre tessevo il mio contributo a “Breathing Blue”, era random, un termine che ormai si usa anche da noi per definire qualcosa di casuale e poco progettato.
In realtà avevo un piano in mente: usare un rimettaggio che in Usa è noto come crackle, per creare un senso di sfumatura indefinita.
Occorre fare un passo indietro: “Breating Blue” è un progetto che l’associazione Materia Tessile ha promosso nei mesi scorsi: ciascun iscritto, ispirandosi ad un’opera di Anish Kapoor, avrebbe tessuto tanti frammenti di 15×15 cm quanti erano i partecipanti al progetto.
A metà giugno ci è stato comunicato il numero di frammenti da tessere: 24.
Fatto un rapido calcolo ho verificato che avrei dovuto tessere più di tre metri e mezzo, ripetendo lo stesso motivo più di venti volte. Uff, mi sono detta, che noia mortale!
Ho fatto un campione di prova, sul telaietto da tavolo e poi ho preparato il mio ordito. Fra una cosa e l’altra mi sono ridotta agli ultimi due fine settimana utili: il telaio lo tengo nella casa in Umbria. Montato l’ordito nel primo ho dovuto tessere la mia striscia in poco più di una giornata.
Ho usato un telaio a pedali e controcalcole, di quelli che legano più licci ad ogni pedale: oltre alle coppie 1.2 – 2.3 – 3.4 – 1.4 avevo due pedali per la tela: 1.3 e 2.4
Avevo ordito quattro fili per volta, due in misto lana, uno scuro ed uno celeste e due fini di cotone: la tecnica del crackle usa moduli di 4 fili, suddivisi in 4 gruppi. (nell’immagine ho attributo a ciascuno un numero)
Nel rimettaggio ho organizzato una disposizione simmetrica con gruppi più ampi via via che si procedeva verso il centro. Nessuna simmetria nel tramare, premevo i pedali seguendo l’ispirazione del momento.
Alcuni spunti mi sembravano interessanti, ma non ho avuto tempo per annotare nulla ed ho spedito tutto a Mogliano Veneto, per rispettare i temi della consegna.
Sono curiosa di vedere i lavori degli altri partecipanti, finora sono riuscita a sbirciare qualcosa online, ma non ho il quadro d’insieme. Spero che arrivino presto!
Eva sono bellissimi, vibrano.
Le tue conoscenze le onoro e come sempre vorrei darmi la possibilità di apprendere e approfondire.
Prima o poi!
Agostina! che bellissima sorpresa leggere il tuo incoraggiamento! grazie, sei davvero gentile.
Io non sono soddisfatta, avrei voluto dedicare più tempo, ma a volte occorre andare al di la dei propri soliti schemi: ho accolto il disordine, che di solito aborro!
Interessantissimo
la tecnica del crackle è molto interessante, a seconda del numero di licci e del modo di legarli al telaio si ottengono effetti molto diversi. Anni fa presi parte ad un gruppo di studio USA, per almeno tre anni ho fatto varianti a 4-6 e 12 licci. Dovrei rimetterci mano…
sto provando il tuo schema per delle tovagliette, non lo indichi ma credo che il filato in trama rimanga sempre uguale.
Ho usato sia i fili già usati per l’ordito che altre rimanenze dello stesso spessore, nei toni del blu e del celeste.
Da qualche parte ho usato un filo ad un capo fiammato, bluette.