Da anni organizzo il meeting dei feltrai, dal 2006, per essere esatti. Quella di quest’anno è stata la quindicesima edizione, nel 2020 e 2021 la pandemia mi ha privata di questo grande e gioioso impegno.
L’anno scorso, arrivato maggio si pensò di incontrarsi su Zoom: dopo un anno di incontri virtuali eravamo tutti esperti! E fra una chiacchiera e l’altra è venuta fuori l’idea di fare qualcosa tutti assieme, seppure a distanza.
A quel punto Fabio Giusti, esuberante imprenditore tessile e feltrosiano doc, propose di segmentare un dipinto e di realizzare ciascuno a casa propria un frammento da ricomporre appena ci saremmo potuti incontrare. La prima proposta fu la Primavera di Botticelli: occorreva riprodurre un quadro veramente famoso.

Subito si levarono voci preoccupate, riprodurre tutto quel dettaglio e i volti perfetti dipinti dal maestro fiorentino appariva troppo difficile. Subito dopo il dibattito si fece serrato: vennero proposte le composizioni dell’Arcimboldo, Mirò, Klimt, Frida Khalo…
Non se ne veniva a capo.
A quel punto feci la cosa più banale che si possa immaginare, digitai su google “famous painting”. Fra i primi tre c’era Notte Stellata di Van Gogh. Lo proposi, anzi, praticamente lo imposi.
Venne creato l’hashtag #progetto_per_feltrosa2022 e si avviò una affollatissima chat su whatsapp. E si cominciò a lavorare al progetto, scambiandoci pareri, consigli ed incoraggiamento.
Non ricordo di aver fatto particolari riflessioni, scelsi d’istinto. Il dipinto è figurativo ed astratto allo stesso tempo. Le pennellate grasse e la tela che si intravede ai lati e in alcuni dettagli rendono particolarmente materico il dipinto. Ingrandito quasi del 500% rivela dettagli sorprendenti.
Non ero nemmeno consapevole della notorietà specifica di quel dipinto. Subito ho iniziato a vederlo in giro, stampato sulle magliette, sulle mascherine anticovid, addirittura ricreato col lego!
E’ ovunque! un’operazione pop come la nostra veniva esaltata dalla notorietà decisamente pop del quadro.
Ma subito dopo mi rendevo conto che lo stesso pittore olandese è un’icona pop. Avevo per caso saputo che Julian Schnabel gli aveva dedicato un film e ricordavo che Kirk Douglas lo aveva personificato in Lust for life, negli anni ’50. Non potevo immaginare che almeno una decina di pellicole raccontano le vicende della sua vita.
E poi qualcuno nella popolosa chat ha ricordato la canzone di Don McLean dedicata a Van Gogh, col suo ritornello “Starry Starry Night”… per non parlare del patetico video intravisto su youtube in cui l’artista, grazie ad una sorta di macchina del tempo, si trova al cospetto di un pubblico estasiato dalle sue opere.
Il fatto che non abbia mai avuto riconoscimenti in vita e che sia acclamato come uno dei massimi artisti del XIX secolo colpisce, commuove, anche me.
Eppure, mi son detta, era un disadattato che abusava di alcool ed assenzio, le droghe della sua epoca. Un tipaccio, uno che potremmo definire tossico attaccabrighe. Se l’avessi incontrato gli avrei stretto la mano o avrei piuttosto allungato il passo e cambiato marciapiede?
Chissà, che sia quel velo di senso di colpa che proviamo verso coloro che non siamo stati in grado di ascoltare a rendercelo così caro? Sta il fatto che lavorare alla realizzazione della Notte Stellata è stato un impegno coinvolgente ed emozionante.
Come rendere le pennellate? come risolvere il cupo cipresso, il bagliore delle stelle, il vorticoso movimento? Tutti ci siamo messi alla prova, abbiamo esplorato nuovi territori creativi.

Per questo, per il tanto lavoro profuso, per la lunga attesa, quando abbiamo finalmente veduto le tre Notti ricomposte siamo stati sopraffatti dalla meraviglia e dall’emozione: ce l’abbiamo fatta! ci siamo detti: tutti assieme abbiamo creato qualcosa di veramente unico, con grande affiatamento.
Bellissimo progetto al quale mi sarebbe piaciuto partecipare, ma per motivi di salute mia e di familiari, non ho potuto impegnarmi. Eppure, chi mi conosce sa che il feltro pittorico è quello che preferisco. Complimenti vivissimi a chi ha avuto l’idea e a tutti quelli che hanno partecipato alla sua realizzazione. Spero, salute permettendo, di partecipare ad un prossimo progetto e per farmi gli auguri da sola, di riaprire presto il mio laboratorio. Ad mai ora.
Patrizia grazie del commento.
se hai voglia e modo di lavorare in queste settimane accaldate ti affido l’ultimo frammento rimasto “orfano”.
Avrai notato che ci sono alcuni riquadri sguarniti, nei quali si vede la tela di sfondo. Sono riquadri che non sono mai arrivati: te la senti?
Felice di aver partecipato, grazie!!
la felicità è nostra! Ho visto il tuo entusiasmo sia prima che al cospetto dell’istallazione.
Grazie! Questo progetto mi ha toccato il cuore ❤️❤️❤️
Eva ancora devo riprendermi dallo stupore e meraviglia di vedere dal vivo tutti i nostri “quadrotti” , non riuscivo a trovare il mio, mi sono resa conto che avrei potuto fare di meglio, non ho scusanti, prometto, se mi darete la possibilità nel futuro di fare meglio, un GRAZZZZZZIE a te e Fabio , aspetto di poter aiutare nel prossimo allestimento cosi potrò toccare ” autorizzata” i capolavori di tutti i partecipanti
Non mi pare proprio che il tuo sia un “quadrotto” malfatto!
Piuttosto, sono io a ringraziarti di cuore per il sostegno e per la bellissima opportunità che offri a tutti noi!
Ciao…per me è stata un’esperienza unica, fantastica…assolutamente non potevo restarne fuori; avevo già riprodotto a modo mio la “notte stellata “ un lavoro che mi ha richiesto tanto tempo, perché non doveva essere una copia ma una libera interpretazione e nel contempo all’altezza della famosa opera.
Qui invece bisognava riprodurre in grande e non nego di aver avuto un momento di panico, di non riuscire a fare il mio frammento come lo vedevo…ma dopo alcuni tentativi e dato fondo al mio patrimonio di filati blu/azzurro tutto è andato al posto giusto…un milione di punti cuciti per sa più o meno tenere l’ago in mano!!!
Grazie per questa magnifica opportunità 😍
Caterina
E’ bello questo tuo racconto: anche il mio lavoro è stato tribolato! Avevo prima pensato di farlo in feltro, poi ho optato per la tessitura jacquard, una volta che ho verificato di essermi arenata…
E’ un’opera strepitosa quella che abbiamo realizzato, e sono felice di averne fatto parte. Avevo mille idee e fatto tante prove, volevo riprodurre la forza e l’intensità del gesto, la sua pennellata. Ho ancora il laboratorio pieno di prove mal riuscite, poi alla fine strappare la tela, di recupero, e incollarla mi ha dato quell’immediatezza che cercavo e anche grande soddisfazione. Grazie Eva e grazie a tutto il coordinamento, mi organizzo già per vivere Feltrosa 23 in tutta la sua meraviglia.
Vieni a vedere la Notte allestita a Stia, al Museo dell’Arte della Lana! Vedrai che molto più imattante di quel che si pensi!
E ovviamente… sei sempre benvenuta se vieni a trovarci!
Ancora oggi, nel rivedere tutto l’insieme, provo emozione. Eppure dovrei essere ” allenata” 50 anni di mostre ,vi devo dire che non ho mai provato una emozione così intensa nel prendere in mano e toccare i vostri lavori , poi le tre notti ,da togliere il fiato! Gioia pura! Tutti i sensi in rivoluzione! GRAZIE ,GRAZIE ,GRAZIE a te Eva e Fabio a tutti Voi che ho incontrato nella mia splendida notte stellata.
Nietta, sono io, a nome di tutti noi “stellati” a doverti ringraziare! Hai aiutato in modo efficace, intelligente e pieno di entusiasmo. Il tuo è un contributo davvero prezioso.
Il lavoro di progettazione è stato doppiamente faticoso, da chi l’ha proposto a chi ha realizzato il singolo tassello, ma il risultato è stato sopra ogni aspettativa e questo rende onore a tutti coloro che hanno partecipato ❤
è assolutamente così: uno sforzo corale, che si è giovato delle energie di tutti i partecipanti!
Che emozione è stata entrare nella sala e trovarsi davanti i pannelli ricomposti! Non ci stancavamo mai di guardarli, ad ogni sguardo si notava la particolarità di un frammento, la perfetta fusione di di lavori così diversi ma che coincidevano al millimetro. I nostri stessi lavori, su cui nutrivamo mille dubbi, che avevano finalmente un senso. Fantastico!
Hai descritto perfettamente quel che abbiamo provato tutti!
Anch’io sono stata felice c’è di partecipare a questo progetto . È la prima volta che mi cimento in un lavoro corale, io che ho sempre e solo lavorato in modo individuale. Spero che le opere si possano ammirare in altre sedi , perché tutto questo lavoro deve essere valorizzato . Sono ammirata dall’esplosione di tecniche e fantasia . Grazie a tutte le artiste .
Grazie a te, Wilma.
il 2 luglio la mostra inaugurerà al Museo dell’Arte della Lana di Stia, in provincia di Arezzo. E si lavora ad altre esposizioni!
Un lavoro pazzesco, nell’organizzare, nel gestire, nell’allestire, nel creare! Ognuno di noi ha messo un pezzetto di se in quei frammenti e si è visto, il risultato pazzesco che siamo riusciti ad ottenere ha un significato potente. Quando racconto della nostra Notte Stellata il commento più frequente che ricevo è : – ma come ci siete riusciti? – e ancora me lo chiedo pure io. Sicuramente, per tutti noi e per chi andrà a vedere Le Notti Stellate, sarà una bella lezione su cosa vuol dire lavorare assieme per un obbiettivo. Orgogliosa (e non smetterò mai di dirlo) di aver preso parte all’impresa.
è stata una grande sfida per tutti, hai ragione!
Nel lungo pensare a fare il mio frammento sono passata da tante idee, l’ho immaginato in feltro prima, poi arazzo, poi ricamo, poi un collage di frammenti di tessuti fatti da me, un bel giorno ho deciso che volevo tornare a tessere sul telaio verticale quindi volevo fare un arazzo, ma non solo tecnica arazzo, volevo materia, volevo volume e poi volevo anche ricamo, ho cambiato parere e tecniche mentre lo costruivo e questo mi ha portato ad avere problemi non indifferenti , avrei dovuto stare nel 50×50 e sembrava impossibile ma anche ovvio, pretendevo tanto per il poco tempo che avevo a disposizione per finirlo, ho dovuto riparare e inventare strategie per continuare, è stato un momento di ricerca direi frenetica, ero cosi convinta che sarei arrivata fino in fondo che tutto scorreva con una grande dose di certezza ma anche di empatia, mentre preparavo la carta di colori con 22 tonalità diverse e preparavo i fili per abbinarli e ottenere quel colore che mi servivano, pensavo a tutti quanti si cimentavano su questo dipinto insieme a me, pensavo a lui Vincent, al suo momento creativo, e mi domandavo se era stato volontario il non coprire tutta la tela con le sue pennellate cariche di maestria e alla velocità della pennellata ma anche a una tecnica pittorica dove si respirava libertà, mi sono domandata se quella tela non coperta dalle sue pennellate desse più luce al suo dipinto… io non lo so, quindi dovevo continuare a tessere e a ricamare istintivamente per ricreare quel pezzo della Notte Stellata come volevo.
Sono riuscita a finire proprio il giorno prima della partenza di Eva per Sala Baganza. Di certo non è l’opera perfetta con cui ho immaginato di partecipare a questo unico e raro progetto, non avevo raggiunto la misura precisa, avevo passato ogni filo con diversi dubbi su come ricreare il movimento delle nuvole e dare la luce che quella stella posava qua e la in tanti punti del mio frammento, ma poi è finalmente arrivata la consapevolezza e la emozione di una costruzione nuova per me, ero cosi felice di partecipare a questa opera collettiva che Eva ci descrive con precisi dettagli e una saggia leggerezza rock, di chi sa insieme a Fabio , al gruppo di volontari di feltrosa e a tutti noi artieri di avere fatto qualcosa che rimarrà nelle nostre storie e ci farà sempre sorridere.
è così: è stata una magnifica avventura, che ricorderemo nel tempo. Qualcuno, come te, ha lavorato per mesi!
Grazie Diamantina per questo diario e per tutta l’energia che hai messo a disposizione del progetto
Non sai quante volte son stata vicino al telefonarti per dirti che buttavo dentro;non riuscivo ad imbastire il lavoro ,circondata da pezzi di lana riciclata che aspettavano di essere usati.Poi finalmente si è sbloccato qualcosa e ho iniziato;non è perfetto ma sono felicissima di essere riuscita e di far parte della “notte stellata”☺️☺️☺️
penso di scrivere un altro articolo in cui descrivo il mio iter creativo. Non è stata una passeggiata liscia!
Grazie di cuore a tutti. Io ho partecipato a due serie con tre quadrati. Si ho lavorato per mesi prima in gestazione, per capire come operare, poi sbalordita nel veder produrre tante opere variegate nella tecnica usata, infine decidendo finalmente su come procedere nel rendere la lana cotta infeltrita a mano trattandola come fossero tre pezzi dipinti a pennello. Beh! Ci sono riuscita, effetti pittorici interessanti tre pezzi che possono reggere il confronto con tanti bravissime mani operose nelle tre opere collettive. Strabiliante vederne la singola resa di ogni artista! Lavorare a questo collettivo per me è stato molto istruttivo… Misurarsi col grande Van Gogh poi mi ha proprio emozionata e onorata! Grazie a tutti.