La quinta edizione della Scuola Estiva si è conclusa ieri, o meglio, le attività sono terminate martedì, il 6 agosto, con la consegna degli attestati di partecipazione e le foto di rito.
Si sono lavati i velli, si è filata, tinta, intrecciata e feltrata la lana. Lana rigorosamente locale, dai diversi progetti di valorizzazione e di diverse razze ovine. I contenuti, già l’anno scorso, si sono arricchiti con un modulo sulla maglia, quest’anno Assunta Perilli ha avuto un impedimento e quindi il pomeriggio dedicato alla fattura dei materassi è stato condotto, con l’aiuto di Silvia Franceschelli, da Annalisa De Luca, autentica dea ex machina della Scuola.

Ho condotto i due moduli di tessitura, come nelle edizioni precedenti. Uno inteso per coloro che erano digiune di tessitura ed uno per chi già aveva dimestichezza coi telai.
Si è lavorato su telai a pettine-liccio, per praticità di trasporto e semplicità d’uso. Uno di quelli di cui dispongo è trasformabile in un 4 licci: avevo portato anche il castelletto da montare per le già esperte.
Ho acquistato i telai in tempi diversi: metto a disposizione due Ashford da 25 e 80 cm, un telaio acquistato da poco da A.Mano tessitura artigianale e altri 4 da 30 e 40 cm di Giorgio Simonella. Sono uno diverso dall’altro e montano pettini da 24: 10, 30:10 o 40:10. Si sono usati filati di lana fine e grossolana da pecore gentile di Puglia, sopravissana, bergschaf, lamon e brogna.
All’avvio ho spiegato come allestire il telaio con l’orditura diretta, come caricare e passare la spola in modo da produrre cimose regolari. Ho mostrato dei campioni di intrecci a due spole ed alcuni effetti ottenibili con l’uso della bacchetta di selezione ed ho spiegato come generarli. Da quel momento ciascuna ha progettato il proprio secondo ordito per realizzare un pannello decorativo.
Nei primi giorni della scuola avevo tessuto un paio di campioni con lana bergschaf bianca, moretta e nero naturale su ordito in canapa un filo 5/10.000 molto robusto di Verdefilolab.
La tecnica a due trame alternate è stata ripresa da molte corsiste, con filati più o meno sottili in ordito e risultati, data la diversa proporzione di densità fra ordito e trama, molto diversi.
Un altro campione mostrava una trama broccata al dritto, trattenuta da fili selezionati con la bacchetta: anche questo spunto ha ispirato molte diverse interpretazioni che sono risultate particolarmente riuscite broccando filati realizzati a mano.

Lucia è molto esperta in tessitura: ha voluto sperimentare gli effetti ikat. Realizzato il suo ordito, lo ha steso su un tavolo e, aiutandosi con un pennello, ne ha tinto con gli inchiostri naturali alcune parti. Una volta asciugato, l’ordito è stato montato su un telaio ed è stato intrecciato a tela. Un effetto davvero interessante da approfondire in futuro.
Il secondo gruppo ha lavorato al telaio nei due giorni successivi: il gruppo era formato da otto persone. Tre di loro avevano portato il proprio telaio da casa, così come prima cosa abbiamo realizzato l’ordito sull’orditoio a pioli. Non disponendo di uno a parete ci siamo arrangiate montando i pioli su una cornice. Quest’anno si sono iscritte persone che avevano già preso parte a passate edizioni della Scuola, Simona e Francesca fra queste. Quest’ultima è entrata nella stanza in cui ho avviato il corso con un perentorio: “non mi farai mica tessere di nuovo lana bianca e nera, vero?” ok, mi sono detta, inventiamoci qualcos’altro!
Simona si interessa ai tessuti doppi, a casa entrambe hanno telai a licci. Altra orditura, con filato due capi 2/10.000 in lana brogna, e lunga incorsatura sui 4 licci, prima di iniziare a tessere i primi campioni. Tela doppia, tubolare, doppia altezza… prima in teoria e poi in pratica.
Nel frattempo vengono montati i telai a pettine liccio, con orditi a tutta altezza. Chi, come Monica e Gabriella, ha portato il proprio telaio finirà il lavoro con comodo, le altre si affrettano. Regna un’allegra confusione.
Mi chiedo se non sia meglio farle lavorare a progetti preimpostati: una sciarpa (occorrerebbe però della lana ultrafine) o un pannello decorativo. I telai però sono tutti diversi: una ne avrebbe a disposizione uno che permette di tessere fino ad un’ampiezza di 80 cm, un’altra solo fino a 25 cm. E poi mi pare un modello didattico che rende passive le persone, mi è sempre piaciuto dare loro degli strumenti e aiutarle a raggiungere un proprio obiettivo.
I tessuti fotografati qui sotto, intrecciati da persone che non avevano mai toccato un telaio, confortano questa mia attitudine.
Ho molti mesi a disposizione per pensarci e lavorarci su.
