La telefonata di Gloria, presidente della Cooperativa di Comunità Filo&Fibra era arrivata mesi fa: mi voleva assieme alle amiche di FeltroSiFà a San Casciano dei Bagni, un bel borgo, turistico ma non troppo, in provincia di Siena.
Dovevamo istruire alla stampa botanica ed al feltro una giovane artista e ci avrebbe ospitate nella Casina del tintore, nel centro antico. Le terme sono a pochi passi e le compagne di viaggio sono amiche di vecchia data: era davvero impossibile declinare l’invito!
Alla fine di agosto, col caldo torrido estivo, i toni giallo ocra prevalevano decisamente sul verde, ma comunque la vista dalla terrazza era strepitosa; molto comoda ed accogliente si è rivelata la Casina, alla luce anche del fatto che gli unici ad abitarla siamo stati io e Paolo, mio marito.
Maria Letizia e Diana, le compagne d’avventura, avevano preferito alloggiare a Celle sul Rigo, in prossimità del Centro Polivalente dove ha sede il Coworking di Filo&Fibra e dove si sarebbero tenuti i corsi. Livia e Celeste, per diversi motivi, avevano dovuto rinunciare.
Le giornate del 24 e 25 sono state dedicate alla stampa botanica, alle impronte che foglie e fiori lasciano sul tessuto in quella tecnica nota universamente come ecoprint. Maria Letizia assieme alle due allieve ha disposto le essenze vegetali, dopo mordenzature e trattamenti a me piuttosto misteriosi. I risultati della seconda giornata hanno ripagato il tanto lavoro.
Le due giornate successive sono state dedicate al feltro: una delle attività in cui è impegnata la Cooperativa è infatti la raccolta e la lavorazione della lana. Diana, incaricata di insegnare le tecniche tridimensionali, ha istruito la giovane artista all’uso dell’ago, nella tecnica a secco. L’indomani sono giunti bambini, adolescenti e mamme, per una giornata allegramente caotica di realizzazioni di feltro ad acqua. Dodici principianti assolute hanno creato altrettanti contenitori ben follati e compatti a partire dalla rustica lana locale.
Non sono mancati momenti di quasi panico, con la minaccia della pioggia prima, un paio di scivoloni sul pavimento saponoso e l’urgenza last minute di reperire attrezzature.
Il pomeriggio è scivolato via veloce, la pioggia si è limitata a poche gocce e ciascuna di noi tre ha seguito quattro persone, dalla stesura della lana alla messa in forma. E alla domanda: “posso portarlo a casa?” ci siamo stupite di tanta compostezza ed educazione! sono comunità coese quelle di questi borghi e spiace sapere che siano minacciate da un lento e progressivo spopolamento.
Anche per questo il progetto di Filo&Fibra è importante, non solo per dare uno sbocco al pastore locale che non sa come utilizzare i due quintali di lana che ogni anno vengono tosati dalle sue pecore, quanto per dare valore al vivere in questi luoghi.
Dal canto nostro abbiamo gradito l’accoglienza riservataci, il buon cibo e le terme, ci siamo rilassati in vista degli impegni che ci attendono da qui a qualche settimana.
Abbiamo anche rimesso in uso il vecchio telaio di Fulvia e nei momenti tranquilli ho tessuto, infatti avevo portato il telaio a pettine liccio per intrecciare le lane locali italiane: ma questa è una storia ancora tutta da costruire e da raccontare.